Parte tutto con “Agile non funziona”, “Agile è vecchio”, “i tempi sono cambiati”, “Scrum è meglio di Kanban”.
E, invece di soffermarci a chiederci cosa significano queste affermazioni su inefficacia e obsolescenza di Agile, pensiamo direttamente alla soluzione, ovvero alla “prossima iterazione di Agile”.
È così che è stata chiamato Agile 2: la prossima iterazione di Agile.
Visto che si parla tanto di “cliente al centro” la primissima domanda che mi farei io è: chi è che ci sta chiedendo la prossima iterazione di Agile, e perché?
Prima di esaminare i motivi per cui credo che sia nato Agile 2, facciamo un paragone biecamente quantitativo:
- Agile 2 ha 12 valori, contro i 4 valori del Manifesto originale
- Agile 2 ha 43 princìpi, contro i 12 princìpi del Manifesto
Passando al cosa c’è scritto, Agile 2 mi sembra molto più prescrittivo, dice cose come:
Those offering products and services should feel accountable to their customers for the impact of defects.
Oppure:
Business leaders must understand how products and services are built and delivered.
Oppure ancora:
Good leaders are open.
Da mio punti di vista: un bel fritto misto di prescrittività, perentorietà, vaghezza e utilizzo di termini molto specifici.
Comparativamente il Manifesto originale è molto più ispirazionale, in un certo senso:
Build projects around motivated individuals. Give them the environment and support they need,
and trust them to get the job done.
Oppure:
The best architectures, requirements, and designs
emerge from self-organizing teams.
Oppure:
Welcome changing requirements, even late in development. Agile processes harness change for
the customer’s competitive advantage.
È vago? A volte, ma generalmente è molto chiaro. È prescrittivo? No, suggerisce comportamenti ritenuti virtuosi. Lascia spazio alle interpretazioni? Certo, la prima cosa che dobbiamo fare approcciando il Manifesto Agile è capire cosa significano quei valori e princìpi nel nostro contesto.
La motivazione che uno dei creatori di Agile 2 ha dato relativamente alla necessità di ampliare la descrizione di Agile a 12 valori e 43 princìpi non mi ha convinto particolarmente: ha detto, letteralmente, che le persone hanno frainteso Agile.
Da persona che si occupa di consulenza, coaching e formazione in questo ambito, quella è una affermazione inammissibile e una motivazione un po’ debole per inventarsi “la prossima iterazione di Agile”.
Non vedo, per altro, come passare da 4 a 12 valori e da 12 a 43 princìpi possa aiutarne la comprensione.
A volte mi viene fatta la domanda “ma dal 2001 a oggi non hanno ritenuto di aggiornare il Manifesto?”.
No, non hanno mai aggiornato il Manifesto, non ne hanno sentito bisogno e personalmente trovo sia la scelta corretta.
Lo scopo del Manifesto Agile non è mai stato quello di vendere libri, consulenza, corsi e certificazioni in merito. Non so, sinceramente, se si possa dire altrettanto di questo Agile 2.
Inventare e re-inventare manifesti, framework e modelli ogni tre mesi è pura speculazione consulenziale: magari fatta partendo da motivazioni “sane”, ma pure sempre speculazione. Non serve alcuno scopo e alcun bisogno se non quello di attirare nuovi clienti paganti verso questo o quel modello, purché sia “new and improved” (livello del marketing: anni ’50).
Se il problema è davvero che le persone frainteso Agile, non lo risolvi con 12 valori e 43 princìpi aggiuntivi. O spiegando che cosa significano per te la parola “leadership” e “autorità”. Trovo anche poco onesto intellettualmente dare la colpa “alle persone”.
C’è un esercizio molto semplice con cui tanti consulenti e coach introducono i valori del Manifesto durante workshop e corsi.
Si danno alle persone gli otto valori descritti nel Manifesto e si chiede a loro di posizionarli su un grafico: su un’asse si risponde alla domanda “quanto è importante per te questo valore” e sull’altro si risponde alla domanda “quanto viene applicato in azienda”.
Ne escono matrici di questo tipo.

Ci sono similarità, ma anche tante differenze. È sempre una questione di contesto, interpretazione e priorità.
Ma soprattutto ne escono conversazioni anche molto lunghe e interessanti sul contesto specifico.
Ecco, provate a fare la stessa cosa con i 12 valori e i 43 princìpi di Agile 2, e poi fatemi sapere quanto è stato facile spiegarlo.
Da consulente, coach e formatore capisco benissimo la necessità che ognuno di noi che lavora in questo ambito della consulenza di segnalare in qualche modo le proprie conoscenze e le proprie capacità.
Inventarsi i propri modelli, framework, metodi o scriversi i propri manifesti è uno dei modi per dimostrare competenza ed esperienza, per diffenziarsi dagli altri.
Ma c’è modo e modo di farlo e se il modo che scegliamo è quello di dire che le persone “hanno frainteso” o che “il Manifesto Agile è vecchio” o che chi fa Scrum è un invasato, ricadiamo in quello che viene chiamato errore fondamentale di attribuzione: siamo parte del problema senza rendercene conto.
Non operando nell’ambito delle delle scienze “dure” non abbiamo metodi per quantificare quale modello o framework sia effettivamente migliore dell’altro, quello che possiamo valutare però sono le motivazioni e le parole usate per descriverli.
E in questo io osservo come Agile 2 sia un’iterazione, ma retrograda, rispetto al Manifesto Agile.
Riferimenti
Manifesto agile: i valori
- Inglese: https://agilemanifesto.org
- Italiano: https://agilemanifesto.org/iso/it/manifesto.html
Manifesto agile: i princìpi
- Inglese: https://agilemanifesto.org/principles.html
- Italiano: https://agilemanifesto.org/iso/it/principles.html
Agile 2: valori e princìpi
Agile 2: tassonomia della leadership
Agile 2: Intervista a Cliff Berg e Raj Nagappan
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