Come si spreca il tempo?

Perché i team e le persone che lavorano bene sembrano avere più tempo a disposizione degli altri? Perché chi lavora male sembra non avere mai tempo?

Un modo per inquadrare il tema è quello del valore del tempo: ovvero, se vediamo il tempo come una risorsa che va investita nella nostra attività, esso deve avere anche qualche forma di ritorno da questo investimento.

C’è una ulteriore dimensione da considerare: sulla falsariga delle considerazioni che facevo su produttività individuale contrapposta alla produttività collettiva, anche il valore del tempo deve essere inquadrato su una dimensione individuale e collettiva.

Qualche mese fa sono incappato in questa presentazione di Andy Walker e in una matrice che ci aiuta a pensare a come il tempo può essere investito bene o male a seconda della percezione relativa del valore del tempo delle persone coinvolte in una attività.

Tutte le volte che ci incontriamo, veniamo interrotti, interrompiamo qualcuno stiamo a tutti gli effetti investendo nostro tempo e chiedendo a qualcun altro di investire il proprio. Ci siamo mai chiesti quale sia il livello del valore di questo tempo, per noi o per gli altri?

La percezione del valore del tempo investito corre su due dimensioni:

  1. Valore del tempo per te stesso
  2. Valore del tempo degli altri

Questo ci porta ai quattro quadranti della matrice, definibili come segue.

Intelligente

  • Alto valore per me stesso
  • Alto valore per gli altri

Utilizzando la metafora di Andy Walker: è come fare una torta grande affinché più persone possano mangiarla.

Somma zero

  • Alto valore per me stesso
  • Basso valore per gli altri

Continuando con la metafora precedente: è come se prendessi la tua torta e me la mangiassi.

La truffa

  • Basso valore per me stesso
  • Alto valore per gli altri

È l’equivalente di non sapere che c’è la torta, e quindi non la mangio.

Il danno

  • Basso valore per me stesso
  • Basso valore per gli altri

Quando un incontro non ha valore per nessuno è l’equivalente di prendersi a torte in faccia, in cui nessuno mangia torte.

ROTI (Return on time invested)

Tutto questo parlare di investimenti ci può portare rapidamente fuori strada e renderci maniaci della consuntivazione di ogni ora, di come l’abbiamo passata, e di che risultati tangibili abbia prodotto: non sto suggerendo questo.

Uno dei tasselli che manca quasi sempre ai nostri incontri, ad esempio, è un feedback finale sul valore della nostra riunione: viene chiamato ROTI, Return on time invested, e rappresenta una misura soggettiva di quanto ci è stato utile il tempo che abbiamo passato assieme.

La votazione avviene generalmente su una scala da 1 a 5: siccome è un momento di feedback rapido al termine di un incontro e non una discussione, l’unica domanda che il facilitatore o il gruppo si fanno riguarda chiedere, per alcuni dei voti più bassi, “Come possiamo fare un +1 su quel voto?” — Ci interessa il miglioramento incrementale e specifico, non assoluto e generico, quindi un feedback su un miglioramento da 1 a 2 è più utile e pratico di un miglioramento da 1 a 5.

Alla fine della prossima riunione prova a chiedere il ROTI, potresti scoprire qualcosa di interessante…